Condanna più severa per il ladro che opera di notte e può addirittura scappare in taxi

Riconosciuta dai giudici l’aggravante della minorata difesa. La circostanza che il ladro abbia potuto attendere il taxi nei pressi dell’esercizio commerciale vale a dimostrare che egli ha potuto agire in piena tranquillità

Condanna più severa per il ladro che opera di notte e può addirittura scappare in taxi

Colpo notturno in un locale commerciale: il ladro può agire indisturbato, tanto da avvalersi addirittura di un taxi per scappare via portando con sé la refurtiva. Legittimo, sanciscono i giudici (sentenza numero 46830 del 19 dicembre 2024 della Cassazione), riconoscere l’aggravante della minorata difesa privata e applicare quindi una pena più severa. Scenario del furto è la città di Roma. Il ladro, un uomo di oltre 40 anni, prende di mira un locale commerciale e mette a segno il colpo approfittando del favore della notte. Addirittura, può permettersi di andare a cercare un taxi per potersi allontanare portando con sé la refurtiva. A tradirlo, però, sono le telecamere di videosorveglianza, che ne consentono l’identificazione a posteriori. Inevitabile il processo, con condanna, sia in primo che in secondo grado, per furto. A rendere più severa la pena è il riconoscimento dell’aggravante della minorata difesa. Inutili le obiezioni difensive. Anche i magistrati di Cassazione confermano l’aggravante della minorata difesa, poiché non solo il reato è stato commesso in orario notturno ma proprio l’orario notturno ha consentito al ladro di avvalersi di un taxi per allontanarsi dal luogo del delitto e portare con sé la refurtiva, a dimostrazione che proprio l’orario ha permesso all’uomo di agire indisturbato. Entrando ancor più nei dettagli, i giudici specificano: la circostanza che il ladro abbia potuto attendere il taxi nei pressi dell’esercizio commerciale vale a dimostrare che egli ha potuto agire in piena tranquillità, senza il timore che la sua azione potesse essere interrotta dalle forze dell’ordine o da istituti di vigilanza privati, e che in ogni caso gli impianti di videosorveglianza non consentivano un pronto intervento di uomini delle forze dell’ordine o di guardie giurate, ma solo l’identificazione a posteriori dei responsabili, come in effetti avvenuto. Irrilevante, poi, aggiungono i giudici, il fatto che l’uomo, anziché attendere il taxi vicino all’esercizio commerciale, si sia allontanato a piedi, abbia preso un taxi e poi sia ritornato all’esercizio commerciale per prelevare la pesante refurtiva, poiché, comunque, dal concreto svolgersi dell’azione risulta che egli ha potuto agire indisturbato, grazie all’assenza di persone all’interno e nei pressi dell’esercizio commerciale, assenza dovuta proprio all’orario notturno.

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